venerdì 23 dicembre 2011

Dalla bottega: è arrivata "l'astronave"

A Ispra, l’ultima entrata in bottega ha un nome d’astronave: si chiama Boost. Il Diego (il grande chef) la guardava come un bambino ammira la macchinina più bella: e con la massima cautela e una certa emozione, ne curava la messa a punto, ultimando il montaggio. La nuova specialissima in carbonio, da oggi, fa bella mostra di sé in vetrina, ovviamente in prima fila: è roba per specialisti, pesa sette chili, per capire cosa significhi bisogna essere intenditori. È un po’ come avere una Ferrari da granpremio da mettere in strada: bisogna saperla usare… L’ultima arrivata è una bici tutta tecnologia, ma non è sempre stato così: le prime che entrarono in bottega erano meno lussuose, eppure ancora più desiderate, quasi sempre per andare al lavoro nelle fabbriche nei dintorni di Ispra, ad Angera o a Sesto Calende, oppure erano il sogno di bambini con gli zoccoli, cresciuti a pane e cipolla.
Era il 1935, quando un giovanotto semplice arrivò con la moglie a Ispra, da Biandronno: Romeo aprì la sua bottega davanti alla chiesa (sul lato opposto della piazza, rispetto al negozio attuale) e quel luogo diventò uno dei ritrovi preferiti dai giovani e meno giovani del paese. Si parlava di ciclismo e della vita, mentre Romeo era al lavoro. Due o tre biciclette erano in bella mostra in vetrina, un banchetto di legno con la morsa e mensole da cui pendevano chiavi e cacciaviti. Al centro del locale, Romeo aveva piazzato un cavalletto per appoggiare le bici quando doveva ripararle o montarle: l’aveva costruito utilizzando il cerchione di una corriera (che faceva da basamento) e il semiasse, che era diventato la colonnina sulla quale appendeva i cicli.
In un angolo, dal soffitto, pendevano due catenelle con ganci per appendere le biciclette da donna in lavorazione, mentre la parete di fondo era quasi interamente occupata da uno scaffale di legno, con ante e vetri scorrevoli, dove erano riposti, non sempre in perfetto ordine, pedali, scatole di fanali, campanelli e molti altri ricambi. Su una parete laterale erano appese, in fila, altre biciclette, mentre sull’altra parete erano collocati copertoni e camere d’aria. Questa era la bottega del Romeo, uomo gioviale, sempre all’opera e non solo sulle bici, poiché, a quell’epoca, ci si adattava anche a riparare un po’ di tutto, persino le macchine per cucire. Ma era sempre pronto a partecipare anche alle discussioni dei suoi ospiti: soprattutto di ciclismo e di pesca alla carpa, l’altra sua grande passione.
Buon Natale a tutti!

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